Riflessioni sui 50 anni di AIFO Gli Scritti di Don Silvio Favrin

In occasione del “Pranzo di Solidarietà” del gruppo AIFO, a Lozzo Atestino -Padova- 18 Marzo 2012

La riflessione può ricordare l’AIFO secondo il messaggio di R. Follereau: “Lotta contro la lebbra e tutte le lebbre” per la Civiltà dell’Amorea”.

Perché:

- ogni uomo- donna è un essere umano

- i lebbrosi sono uomini come gli altri

- i lebbrosi siamo noi. (Vedi : Attualità di R. Follereau)

Oppure valutare la validità dell’AIFO, secondo l’attività dei Gruppi in questi 50 anni, nella fedeltà a Follereau, ai lebbrosi e al Vangelo. L’ambiente parrocchiale, di fronte ai cristiani è un invito a vedere il cammino dei nostri Gruppi secondo l’evangelista Marco: 2,2-12 (lettura del testo).

1 - Un paralitico-lebbroso. “Perché”, si chiedeva Follereau nel suo primo incontro con i lebbrosi, Realtà disumana, sconvolgente. Abbandonato- Emarginato ed escluso…. Da quanto tempo? Situazione oggi: Ancora “ultimi degli ultimi”; Malattia della miseria, invalidante. Milioni senza diritti; Strage degli innocenti: privati dell’infanzia, scuola, gioco…

2 - Quattro amici… ”Amici dei Lebbrosi”! “E’ sempre più quel che si riceve, di quanto si dà” è uno scambio di umanità e di fraternità. Volontariato! Un piccolo gruppo: è un “segno dei tempi” che può cambiare mentalità e situazione; Si accorgono del malato, sentono compassione, si chiedono: cosa fare? Senza cercare colpe o scuse : io che posso fare? Perciò lo devo fare.

3 - Portano il malato da Gesù. Hanno sentito parlare di Gesù e decidono: “andiamo anche noi”. Ma quanti commenti: è inutile, ha provato tante cure .. non spetta a me, perché tocca ai sindaci o al parroco.. ho tante altre cose da fare. L’amicizia diventa solidarietà e ogni cristiano deve diventare vero discepolo e apostolo e testimone del Vangelo: “qualunque cosa avete fatto a un povero, affamato, malato. l’avete fatta a me ( Mt. 25, 31).

4 - Non potendo portarlo davanti a Gesù a causa della folla. “non è facile”! E’ una folla di devoti.. in ascolto della Parola di Gesù… ma non la mettono in pratica! Nessuno si muove per lasciar passare il malato… non tocca a me... Forse protestano perché disturbati …aspettavano il miracolo. E’ la maggioranza silenziosa”, di chi si sente “con la coscienza a posto”. E’ la “sonnolenza” dei discepoli di Gesù che rimane lungo i secoli, “l’occasione per il potere del male” (Benedetto XVI in Gesù di Nazareth, pag. 172). La fede è sempre unita alla carità, e la carità deve rispettare la giustizia: “Siano innanzitutto adempiuti gli obblighi di giustizia, perché non avvenga che si offra come dono di carità ciò che è già dovuto a titolo di giustizia”.(Concilio: Apostolato dei Laici, n° 8). E infine: fede, carità e giustizia con “scelta preferenziale per i poveri e gli ultimi degli ultimi.

5 - I 4 amici scoperchiano il tetto….: demoliscono la casa (forse quella di Pietro..). L’amicizia e il coraggio insegnano a quel piccolo Gruppo che la dignità e i diritti della persona umana prevalgono sul valore delle cose e della proprietà. Nell’enciclica di papa Giovanni Paolo 2° si denunciano le “strutture di peccato”: tutto ciò che impedisce e ostacola la pienezza e lo sviluppo di “ogni uomo e di tutto l’uomo” (Populorum Prog.): idolatrie del possesso,dell’avere sempre di più; del successo e del potere. Monsignor Ancel. Vescovo operaio di Lione ci ricordava che “cambiare solo le persone è spiritualismo, cambiare solo le strutture è materialismo; è necessario cambiare insieme persona e strutture” -per una vera conversione evangelica-. Infatti Gesù “vista la loro fede” si fa presente. Il miracolo è reso possibile dalla costanza e insistenza dei 4 amici.. Noi dobbiamo saper compiere miracoli, mentre troppo spesso siamo curiosi di interventi dall’alto, di apparizioni, di fatti straordinari… E’ la responsabilità di cittadini e cristiani (“cittadini dell’una e dell’altra istituzione”, (dice la G.S. 43).

6 - Gesù disse al paralitico: Ti sono rimessi i peccati e alzati e cammina! E’ il dono di Cristo: reintegrare l’umanità nella sua condizione originale, a “immagine e somiglianza” del figlio di Dio. L’uomo integrale (Maritain) che seguendo Gesù “l’uomo perfetto” (G.S. 41) si fa lui pure più uomo.. e più donna! Non basta!

7 - Poi Gesù disse: “prendi il tuo letto e va a casa tua”. E’ il reinserimento sociale! La riabilitazione su base comunitaria. Ciascuno, anche lebbroso, ha una vocazione e una missione da compiere e deve essere aiutato a essere e a dare il proprio contributo, “con gli altri” per una vera e solidale comunità.

8 - Alla fine anche la folla si aprì per lasciarlo passare, tutti “meravigliati” e battendo le mani!

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