L’AFRICA NEL CUORE Don Silvio Favrin

“Molti 'segni' e incontri accompagnano la vita con messaggi, luoghi e persone che danno risonanza alla voce del Signore e rivelano in modo vivo la sua Presenza e danno un senso nuovo all'esistenza. Penso a Lourdes nel 1951; ricordo l'itinerario in Palestina nel 1963 e un viaggio in Uganda nel 1970.

Come quello con l'India, il mio incontro con l’Africa fu uno dei "due" momenti "fondamentali" di formazione e di scoperta umana e spirituale. L’Africa fu una scoperta che mi ha conquistato, e resisto ancor oggi alla tentazione di ripetere il lamento senile: “Se l'avessi conosciuta prima?”

Nell'ospedale di Castelfranco, con il gruppo di ascolto del Vangelo, avevamo imparato ad ascoltare anche il grido dei poveri e a capire la necessità di una nostra risposta. Quando Nando ed Enrico e poi Giorgio e Gabriele decisero di partire per l’Uganda, tutti decidemmo di ... accompagnarli e partecipare con loro nella ricerca del mondo più autentico di condividere tutte le dimensioni: religiose, sociali, culturali, sanitarie della loro missione. Con i medici partirono Isabella e Maria Teresa, Cecilia e Cristina, Maria Grazia, Diana e Carla.

Il rapporto con i malati e il personale africano e la gente doveva essere per un servizio sanitario necessario ma non imposto. Ciò per non continuare a colonizzare, perché i doni - se imposti - diventano offesa e sfruttamento anche se si crede di doverli fare per la maggior gloria di Dio e il bene del prossimo. Doveva essere un servizio richiesto da loro, in modo da diventare scambio di fiducia e amicizia, incontrandosi come persone.

L'Africa mi é rimasta "dentro" come un dolore e un amore.

Ed é impossibile descrivere l'amore e il dolore. Sarà possibile non dimenticare più: e continuare il dialogo perché i volti di bianchi e di neri possano sentire, attraverso la nostra presenza, la nascita, la crescita e l'incontro tra una nuova Africa e una nuova Europa”.

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