VIVERE CON "QUALITA'" DA ANZIANI Don Silvio Favrin, Dossier Testimonianze, Marzo 1999

Nell'incontro del gruppi di base di Treviso, Antonio Bravo ricordava “l’inquietudine a dialogare con la nuova cultura” E' un fatto che ci pone come discepoli di fronte a precise richieste ...soprattutto con un lavoro di qualità, per diventare collaboratori dello Spirito nel mondo.

Ø Nella situazione di anziano, di pensionato, senza obblighi specifici di ruoli pastorali, penso che l'indicazione di Antonio sia un invito a riflettere su un sevizio di qualità.

Per questo dovrei fissare lo sguardo:

Sulla vita di Gesù servo con lo studio del Vangelo, la Lettera agli Ebrei....

Sugli insegnamenti di Gesù al suoi discepoli

Sulla vita dei poveri, ammalati e anziani

Sulla mia realtà attuale: di pensionato per lo Stato e di "già" per la Diocesi

Quattro aspetti che non posso approfondire, ma tener presenti come contesto.

Ø Ricordo solo che oggi la nostra cultura occidentale e anche la Chiesa, mobilitata a fare del Giubileo un avvenimento epocale ... sono interessate più alla quantità che alla qualità: Quanto? E' la grande domanda. Quanto costa? Quanti pellegrini? Quanti soldi alle scuole private? A quanto si cambia la lira con l'euro? Quanti euro costa una Messa? Quante indulgenze?.... è la globa1izzazione del quanto!

Quanto mi date? è la domanda di Giuda.

Non ricordo di aver trovato nei Vangeli nessun interesse di Gesù per la quantità, per i numeri...

Gesù parla di gratuità (Mt 10,8). "Non portate monete d'oro o d'argento o di rame" (Mt 10,9) - "Non prendete borse, né abiti di ricambio, né sandali, né bastone" (Mt 10,10).

Invita i discepoli -a non preoccuparsi del cibo e del vestito (Mt 6,25 - 33). E quando il risultato delle sue parole allontana molti discepoli, Gesù dice: "Volete andarvene anche voi?" (Gv 6,66-67)

Ø Per me quale cammino per seguire Gesù servo?

1. La qualità del servizio sta nella qualità dell'essere servo.

Gesù è servo sostanzialmente nella sua incarnazione, perché si è fatto uno di noi; "assunse la condizione di servo, divenendo simile agli uomini" (Fil 2,7). Perciò è servo dalla nascita alla morte.

E' l'essere che dona dignità e valore a tutto ciò che si fa o che non si fa. Con la mia umanità io posso offrire un servizio agli altri: essere vero uomo, ad immagine di Cristo, vero figlio di Dio; non più di uomo, con pretese ... clericali; non meno di uomo che rinuncia alla dignità e ai doveri e diritti umani.

2. La qualità del servizio dipende dalla fedeltà al Padrone.

“Io devo compiere l'opera del Padre"

Mi pare di capire sempre più che la fedeltà è la verifica dell'amore. Più dell'obbedienza, che può limitarsi a eseguire un ordine, la fedeltà è fiducia assoluta, disponibilità e attrattiva, come suo familiare, amico e domestico, colui che vive nella stessa casa con il Padre e ne condivide sentimenti e progetti.

Perciò so che quando ho fatto tutto quello che mi è stato comandato, posso dire lietamente: ho fatto quello che dovevo fare (Lc 17,7-10), ho compiuto l'opera del Padre: Anche fare niente è fare qualcosa. E’ arrivato all'ultima ora di lavoro nella vigna, so di ricevere come gli altri che faticano tutto il giorno (Mt 20). ( Mc. 4,26-29)

Penso di essere uno dei servi che aspettano il padrone che torna dalle nozze ed essere pronto ad -aprire subito appena arriva e bussa. Beati quei servi che il Padrone, al suo ritorno, troverà ancora svegli. Egli si metterà il grembiule, li farà sedere a tavola e comincerà a servirli... E se il Padrone tornerà a mezzanotte o alle tre del mattino e troverà i suoi servi ancora svegli, beati loro (Lc 12,25).

3. Il servo sono io. Adesso.

E' facile voltarsi indietro e sospirare: ormai! Sono vecchio. Per il Regno di Dio non esiste il passato, il Regno di Dio è qui, ora. "Oggi" (Ebr 3,7)

E' vero che non posso più guidare la.. . "corriera", né fare il manovratore, né il..."sbusabiglietti".. ma è bello continuare a viaggiare insieme agli altri!

I talenti, o 10, o 5, o 1, vanno spesi fino all'ultimo centesimo, per non diventare un servo malvagio e infingardo (Mt 25,26)

Il vecchio Giovanni Paolo 2°, il 31-10-98, diceva: "La terza stagione del mistero dell'esistenza va vissuta non come problema, ma come segno dei tempi, per capire la vita". Tra la società (e la Chiesa) e gli anziani c'è un rapporto di dare e di ricevere.

Il Siracide ammonisce: “Frequenta le riunioni degli anziani... Se qualcuno è saggio, unisciti a lui".

4. La grazia di saper discernere il necessario e il superfluo.

Gli alchimisti volevano distillare la quinta essenza. La quinta essenza della vita è la sapienza, una profonda libertà interiore. Libero dal ruolo, dal possesso, dal potere, dal sesso...

Non più l'idea di cambiare il mondo, né il vescovo, né il Prado. Ed è pace!

La beatitudine della preghiera e della lettura, la perfetta letizia della povertà, il poter gustare i frammenti di vita, l'avere amici e la fiducia e la speranza - oltre la paura - che "quell'Altro che condurrà dove tu non vuoi" (Gv 21,28), è pur sempre il Padre che dirà: "Bene, servo, sei stato fedele nel poco, vieni a partecipare alla gioia del tuo Signore" (Mt 25,21).

Nell'attesa, prego parafrasando il vecchio Simeone: "Non ora, o Signore, lascia che il tuo servo vada in pace ... non ancora!".

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